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Recensione: Le Terre di Selnawar - Il viaggio di Simone Caporale

Niatary accettò la coperta, avvolgendosela attorno al corpo, e guardò le stelle che filtravano dai rami degli alberi e sorrise. "Sono sempre stata affascinata dalla magia, maestro Esthalion, e ho sempre visto mia madre e mio padre divisi, sebbene entrambi fruitori della nobile arte magica; vorrei trovare un altro elfo che come me ha in dono sia Arcano che Divino, per apprendere e sfruttare al meglio questa attitudini, per far sì che la magia non sia più divisa, come lo è al momento, ma coesa e saldamente unita. Non c'è distinzione se è frutto del volere di una divinità o frutto di dedizione e studio, la magia è un'arte e come tale va coltivata ed usata appieno."


Prezzo: € 15,00
Pagine: 208
Genere: Fantasy
Editore: Kimerik
Data di pubblicazione: Luglio 2015

In un universo voluto e creato da sette divinità, sette fratelli e sorelle che si contendono il proprio pezzetto di dominio sul mondo, la vendetta e il risentimento inducono una delle sorelle a dare vita ad una razza di esseri a lei fedeli per schiavizzare l'umanità e privarla del libero arbitrio. La guerra, feroce e spietata, non lascia scampo e ineluttabili sono le conseguenze. Il male, però, mai del tutto sconfitto, si cela nell'ombra e secoli dopo, un giovane sacerdote e un'elfa, in viaggio verso la conoscenza con l'aiuto di un vecchio maestro di spada, scoprono la reale minaccia di un pericolo sempre più dilagante.

Individuare quelli che sono gli elementi caratterizzanti del fantasy, seppur sia un mondo molto vasto, è relativamente facile, ma il discorso diventa più difficile quando si tratta di mescolarli tra loro e tirarne fuori una storia che stia in piedi e soprattutto che sia in grado di catturare il lettore dalla prima all'ultima pagina. Le terre di Selnawar - Il viaggio è riuscito in larga parte in questo intento e seppur qualche elemento non mi abbia convinto appieno, devo dire che questa lettura mi è piaciuta e che ha in sé molti aspetti positivi e sono convinta che, una volta aggiustato il tiro, Simone Caporale farà parlare molto di sé. 
Il libro comincia presentandoci quegli Dei che saranno i creatori della razza umana, degli elfi, dei nani e di qualunque oggetto ci sia nel mondo di Selnawar, sette fratelli e sorelle che si contendono il dominio sul mondo intero, sorretto dal principio del libero arbitrio: un giorno una delle sorelle, animata dalla voglia di supremazia e di vendetta, dà vita ad una guerra tremenda, che porterà distruzione e terrore, al fine di schiavizzare gli essere umani e portarli ad obbedire alla sola ed unica creatrice, lei stessa. Questa guerra porterà all'isolamento degli Elfi nel loro mondo, denominato Theodas, al semi isolamento del popolo dei nani e gli uomini ad avere false credenze, ignari di chi veramente ha costruito le terre che abitano. In un modo così lacerato facciamo la conoscenza di una giovane Elfa, Niatary, e di due giovani Umani, Ulfgar ed Esthalion, che intraprenderanno un viaggio per aiutare la ragazza a raggiungere il suo scopo, la vera conoscenza della Magia che la stessa esercita, che li scuoterà e farà loro aprire gli occhi sulla realtà. Ma un grande nemico, ormai creduto debellato da tempo, si cela nelle ombre delle Terre di Selnawar, sempre in agguato per ostacolare i nostri tre protagonisti: cosa scopriranno? E soprattutto, saranno in grado di portare a termine la loro missione senza esserne scalfiti sia fisicamente che mentalmente? Una volta arrivati a destinazione cosa li aspetta: un mondo da ricostruire o una realtà ormai perduta?
Sicuramente ho apprezzato molto il modo in cui la storia è stata costruita, anche se all'inizio ammetto di aver pensato che stesse correndo troppo, non soffermandosi come si deve su alcuni avvenimenti che avrei voluto fossero stati approfonditi di più, ed il modo in cui sono stati presentati i personaggi al lettore, ognuno caratterizzato da un elemento diverso: se nel Prologo ci vengono narrati i fatti che hanno portato alla creazione del mondo e ai motivi per i quali è stata scatenata la guerra, con l'avventurarsi nel libro ci vengono descritti inizialmente i personaggi principali facendoci conoscere la loro storia prima della fatidica impresa ed in che modo si sono trovati ad affrontare un mondo a loro nuovo; subito dopo è cominciato il viaggio vero e proprio e qui gli stessi protagonisti subiscono, man mano che si prosegue, un importante cambiamento che li porterà a crescere soprattutto spiritualmente: Simone Caporale in questo modo ha dato vita a personalità mutevoli, assolutamente dinamiche, che sanno attirare la curiosità del lettore, spronandolo ad andare avanti e a terminare quel rocambolesco viaggio di cui egli stesso si sentirà parte, quanto più vicino a quel mondo di quanto si possa immaginare.
Quello che mi ha fatto storcere un po' il naso è stata la scelta del nemico da fronteggiare: Niatary, Ulfgar ed Esthalion si troveranno a dover combattere e più volte lottare fisicamente parlando contro orde di non - morti. Se da una parte l'autore ha dimostrato una certa originalità, dall'altra ho visto questo inserimento un po' fuori luogo e forse stonato con il resto del libro, con la dolcezza che contraddistingue gli Elfi, la bontà d'animo degli umani e le fattezze sensuali e altrettanto spietate degli Dei; nel corso della lettura, tuttavia, questo non ha pesato troppo e ne sono stata ben contenta perché in questo libro io ci ho visto tante potenzialità che avranno modo, sicuramente, di essere esternante al meglio.
Le ambientazioni, poi, sono molto curate, ben dettagliate e descritte senza troppe eccedenze, con la giusta misura, sia delle parole utilizzate che delle pagine ad esse riservate: è facile chiudere gli occhi ed immaginare l'immensa foresta che protegge il regno degli Elfi, oppure la Locanda in cui i tre compagni di avventure si ritrovano, a loro discapito, a dover quasi indagare sulla sparizione di un oggetto sacro, elemento che nel finale si rivelerà determinante, e su una persona scomparsa.
Anche le tematiche affrontate le ho trovate molto ben armonizzate con la storia raccontata: senza prevalere su di essa, l'autore ci narra di un'Amicizia destinata a crescere sempre di più grazie alle mille avventure che i nostri eroi si trovano ad affrontare, nolenti o volenti, insieme, ma anche di un sentimento che pian piano diventerà sempre più intenso, come l'Amore o come la voglia di Riscatto e di migliorarsi che contraddistingue tutti loro, che permea tutto il libro.
Nel finale sono stata piacevolmente presa alla sprovvista e ammetto che mi ha letteralmente lasciata a bocca aperta, soprattutto desiderosa di continuare il viaggio verso la conoscenza e di scoprire la sorte di Esthalion, che ha dimostrato un grande cambiamento, Ulfgar, deciso a conquistare la sua amata, e Niatary, sorpresa quanto me della situazione che le si è profilata improvvisamente davanti.
Infine, per quanto riguarda lo stile è possibile intravedere un netto miglioramento già nel corso della lettura stessa: con lo scorrere delle pagine diviene molto più fluido, scorrevole e adatto alla scene narrate, mentre nelle pagine iniziali l'ho trovato forse troppo artificioso e macchinoso.
Nel complesso, quindi, è stata una buona lettura che mi ha regalato un weekend pieno di enigmi da risolvere e magia, Arcana e Divina, che ha aleggiato intorno a me trascinandomi tra le pagine di un fantasy che ha tutte le carte in regola per migliorare e divenire un fiore all'occhiello del genere.


valutazione 5

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